Caso Pronzato: nel pizzino c’è anche una “K. Marini”. Il Pd trema, lei smentisce
Caso Pronzato: nel pizzino c’è anche una “K. Marini”. Il Pd trema, lei smentisce
La citazione nel foglio di Paganelli potrebbe essere riferita alla governatrice dell’Umbria. Interpellata dal Fatto, smentisce: “Mai ricevuti soldi da questo signore che non conosco”
“K. Marini 20.000”. Il foglietto che angoscia il Pd continua a colpire. Dopo il responsabile nazionale (ora dimesso) del partito per il trasporto aereo,Franco Pronzato, arrestato per corruzione; dopo la Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D’Alema, invischiata in un giro di finanziamenti privati leciti e di voli offerti da imprenditori che poi hanno ammesso mazzette ad amici dell’ex presidente Pd, ora tocca al presidente della Regione Umbria, la 43enne Catiuscia Marini.
Al Fatto Quotidiano risulta che sull’appunto sequestrato dal nucleo valutario della Guardia di Finanza coordinato dal generale Leandro Cuzzocrea a Viscardo Paganelli, l’uomo arrestato per le mazzette a Pronzato, si legge un’iscrizione che fa pensare alla governatrice: “K.Marini 20 mila euro”. Catiuscia Marini è iscritta all’anagrafe con la “C” e non con la “K”. Chiunque sia, “K. Marini” si trova, però, nello stesso elenco dove i Paganelli – secondo i pm – avevano annotato il nome di un politico pd che aveva preso una mazzetta (“Franco Pronzato 40 mila euro”) e un contributo lecito (“Fondazione ItalianiEuropei 30.000”).
Al Fatto, il presidente dell’Umbria risponde: “Non ho mai ricevuto 20 mila euro da questo signor Paganelli che non conosco”. Quando il cronista ricorda che era un amico di Vincenzo Morichini, e chiede se la Marini abbia mai sentito parlare di una società che voleva operare con voli sull’Umbria, la presidente prima ride e poi attacca. Luciano Virga, il suo avvocato, comunica: “Ho ricevuto mandato dalla presidente di tutelare in sede giudiziaria la sua immagine in merito alle notizie che circolano, perché Catiuscia Marini è totalmente estranea alla vicenda”. Quel “K. Marini 20.000” quindi resta un mistero. A prescindere dalla valenza penale, comunque, la sequenza dei nomi nel “pizzino” sequestrato agli imprenditori aeronautici Paganelli è imbarazzante per il Pd: Pronzato è il manager Enac, consigliere di Pier Luigi Bersani e Claudio Burlando, arrestato lunedì. ItalianiEuropei è la Fondazione che fa capo a D’Alema che aveva incaricato Morichini di reperire finanziamenti. E l’Umbria è la regione nella quale Morichini vantava entrature al massimo livello.
Il giallo presto sarà risolto la prossima settimana quando Viscardo Paganelli sarà interrogato dal pm Paolo Ielo sui suoi affari con Morichini. Ieri Paganelli è stato sentito dal Gip Elvira Tamburello. L’imprenditore difeso da Pasquale Bartolo e Severino D’Amore ha ammesso: “Ho consegnato 40 mila euro a Morichini perché li desse a Pronzato”. Secondo Paganelli, il versamento era una gratificazione per il consigliere dell’Enac che aveva aiutato la sua compagnia aerea Rotkopf ad avere il certificato COLA necessario per il collegamento con l’Elba.
Le conferme di Paganelli arrivano dopo le ammissioni di Morichini e Pronzato. Per ritrovare l’Umbria bisogna risalire all’innesco dell’indagine del pm Ielo: le dichiarazioni dell’imprenditore delle telecomunicazioni Pio Piccini che ha raccontato di aver concordato il versamento al dalemiano Vincenzo Morichini e alla Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D’Alema del 5% per cento del totale dei fatturati ottenuti grazie a Morichini con Finmeccanica. L’obiettivo dichiarato da Piccini, che aveva già versato 30 mila euro registrati alla Fondazione ItalianiEuropei, era quello di ottenere un subappalto di 8 milioni di euro all’anno nel settore delle intercettazioni.
Il quadro dell’inchiesta si era poi allargato all’Enac (con l’arresto di Pronzato) e quindi al Gse (Gestore Servizi Elettrici) dove il gruppo avrebbe replicato lo schema d’azione messo in atto per l’Enac. E ora ecco la pista umbra.
Pronzato è accusato di aver facilitato le pratiche della Rotkopf per volare all’Elba. Ma la famiglia Paganelli (azionista della Rotkopf) era interessata anche ai voli verso Lampedusa, Bergamo e, appunto, l’Umbria. Pronzato contatta i dirigenti dello scalo lombardo. E per l’Umbria Vincenzo Morichini al telefono dice: “Adesso chiudiamo anche l’aereo in Umbria”.
Proprio dell’Umbria parla a lungo anche Piccini: “La parte interessante era l’Umbria, dove si potevano portare e clonare le stesse attività che erano state fatte per la Regione Lombardia e a tal proposito Morichini mi presenta il dottor Adolfo Orsini”.
Piccini in Lombardia aveva ottenuto un appalto per informatizzare le cartelle cliniche e l’Umbria era la sua nuova frontiera. Con Morichini parla anche di appalti nell’agricoltura e dell’intervento di un esponente di primo piano del centrosinistra, Adolfo Orsini, che oggi è manager pubblico dell’agenzia regionale agricola ARUSIA, ma anche socio privato del dalemiano Morichini. E in questa veste duplice (pubblica e privata) presenta all’imprenditore Pio Piccini tutti i dirigenti sanitari della Regione Umbria. In questo quadro si parla di contributi che (su suggerimento del segretario del presidente della Regione Catiuscia Marini, Valentino Valentini) l’imprenditore avrebbe dovuto versare al festival Umbria Jazz.
Piccini racconta: “Morichini mi presentò Orsini come interlocutore per l’Umbria e Roma”. Orsini risulta socio di Morichini in due società: una dedicata alle energie rinnovabili (altro filone dell’inchiesta), ma soprattutto nella SDB, la società di Morichini al centro dell’inchiesta dei pm. “Con Orsini”, prosegue Piccini, “stavamo verificando se, vista la nostra esperienza anche nell’agricoltura, era possibile fare qualcosa lì”.
di Marco Lillo e Ferruccio Sansa