La lista dei soldi e i politici del Pd «Pagamenti fatti»
CORRIERE DELLA SERAL’INCHIESTA ENAC
La lista dei soldi e i politici del Pd «Pagamenti fatti»
Il pm: pressioni di Pronzato sull’Enac
ROMA – Per la procura è una certezza: «Non par dubbio che le cifre indicate nell’appunto sequestrato – e collocate accanto a nomi di persone fisiche e soggetti giuridici – siano l’annotazione di pagamenti tutti eseguiti». Scrive così il pm Paolo Ielo nella richiesta di misure cautelari relative all’inchiesta sull’Enac, che il 28 giugno è sfociata in quattro arresti. L’appunto a cui il magistrato si riferisce è il «pizzino» conservato da Viscardo Paganelli in cui l’amministratore delegato della Rotkopf Aviation ha annotato le cifre versate ad alcuni politici e alle fondazioni Umbria Jazz e Italianieuropei, quest’ultima di Massimo D’Alema. Se si tratti di contributi regolari o di tangenti è ancora da verificare, ma il pm ritiene che, comunque, il denaro sia stato davvero consegnato. E fra coloro che l’avrebbero ricevuto spunta un altro nome, quello di Adolfo Orsini, amministratore della Arusia, l’agenzia per l’agricoltura della Regione Umbria.
La richiesta della procura documenta anche le «pressioni»sull’Enac per far ottenere alla Rotkpof il certificato di operatore aeronautico (Coa) e il certificato di operatore lavoro aereo (Cola), necessari per partecipare alla gara per le tratte da Firenze e Pisa all’isola d’Elba. A spendersi è Franco Pronzato, ex consulente di Pier Luigi Bersani al ministero dei Trasporti e, fino all’arresto, consigliere di amministrazione dell’Enac. «Il 19 aprile – scrive il pm – Riccardo Paganelli (figlio di Viscardo, ndr) si mette in contatto con Pronzato per rappresentare le problematiche sorte con l’ufficio diretto da Sebastiano Veccia per il rilascio del Cola e sul fatto che lo stesso non abbia voluto sostituire gli attuali funzionari preposti al controllo. Il 20 aprile Pronzato chiama Veccia e manifesta l’interesse per la questione Paganelli».
Ma il vero ostacolo è un altro dirigente, Fabio Nicolai, «il quale non avrebbe intenzione di firmare la licenza di esercizio per il lavoro aereo». L’ex consulente di Bersani assicura a Paganelli «che, se necessario, si attiverà direttamente con il direttore generale» Alessio Quaranta, cosa che avviene il 26 aprile. Quel giorno Pronzato telefona al manager «per rappresentare la situazione che si è venuta a creare in seno all’Enac nei confronti di Paganelli, alla luce della posizione tenuta dal Nicolai». Alla fine, l’ex consigliere di amministrazione è in grado di riferire all’imprenditore «della telefonata di Nicolai e delle assicurazioni dallo stesso ricevute circa la risoluzione delle problematiche».
Dopo aver risposto, lunedì, per quattro ore alle domande del pm, ieri Viscardo Paganelli ha ottenuto gli arresti domiciliari. E con lui il figlio Riccardo. Il gip Elvira Tamburelli, con il parere favorevole della Procura, ha stabilito che il carcere non è più necessario. Determinanti, in particolare, le ammissioni di Paganelli senior, secondo cui le somme indicate nell’appunto sequestrato sarebbero state consegnate ai destinatari tramite Vincenzo Morichini, l’intermediario legato a D’Alema. I versamenti sarebbero serviti ad agevolare le aziende dell’imprenditore nelle gare d’appalto. Riscontri a queste dichiarazioni si attendono dall’audizione di Morichini, indagato per corruzione e false fatture, nell’interrogatorio che si terrà in settimana. In libertà dal 1° luglio anche Giuseppe Smeriglio, resta in carcere solo Pronzato, che si è rivolto al Riesame per ottenere la revoca dell’ordinanza di custodia: il ricorso sarà esaminato lunedì prossimo.
Lavinia Di Gianvito