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Sponsorizzazioni sportive, corruzione ed evasione

E’ una pratica che tutti conoscono e accettano con la convinzione che, senza sponsor, morirebbe lo sport.

Poi ci si lamenta che il calcio è malato. E’ tutto lo sport che da anni si fonda su una colossale evasione fiscale, nascosta da piccole e grandi corruzioni.

Si comincia con le vacanze  in moto pagate dall’amico che ha la fabbrichetta o lo studio professionale. L’iscritto al Motoclub rilascia una ricevuta da 10.000€ per il contributo dato dallo sponsor per l’affissione di qualche adesivo sul serbatoio del mezzo, che verrà fotografato con i luoghi visitati sullo sfondo.
(Le foto sono  prova che il viaggio è avvenuto, e verranno inviate  a qualche rivista di viaggi o moto oltre che pubblicate su blog in internet).
Solo che il motociclista dei 10.000€ ricevuti ne trattiene al max 3-4.000 e restituisce al “benefattore”  il resto.

Il Motoclub, che si trattiene la sua royalty per il passaggio del denaro, non ha obbligo di contabilità e gli è sufficiente a fine anno presentare una relazione con indicate le spese per carburanti, soggiorni, manutenzioni e riparazioni di mezzi.

Lo sponsor mecenate (pro domo sua) ha un doppio vantaggio: primo abbatte di 10.000 l’imponibile e ne risparmia 5.000 di tasse, secondo di mette in tasca 6/7.000€ rigorosamente in nero.

Con le nuove norme sulla tracciabilità dei flussi sarà un pò più difficile fare il passaggio in contanti,  ma la fantasia dell’evasore, si sa, anticipa quella del finanziere.

Se si estende questo “sistema” a tutte – TUTTE  – le attività sportive è facile immaginare quale sia la portata del fenomeno.

Sfido chiunque a dimostrare, con dati contabili – veri –  alla mano, il contrario.
Dentro ci sono tutti: dalle squadrette di patronato, alle grandi scuderie motoristiche con in mezzo calcio calcetto, pallavolo, basket, pallamano, rugby, ciclismo, tennis, le bocciofile, gli scacchi  tutto, davvero tutto lo sport agonistico e non.
Un mondo, da certi livelli in su, popolato da personaggi specializzati nel gestire questi affari, con una quantità di nero almeno doppia, se va bene, del volume d’affari complessivo.

Un capitolo a sè riguarda la stampa sportiva, i giornalisti sportivi in particolare, importante rotellina del meccanismo, conoscono benissimo il fenomeno ma, semplicemente, lo ignorano. Chissà perchè.

Non si spiegherebbe la pletorica pubblicistica che si riversa continuamente sui lettori/telespettatori. (Micidiali le  di interviste ormai migliaia agli allenatori sull’imminente partita con l’avversario difficile).

Perchè il nuovo ministro delle tasse del governo Monti non comincia seriamente a guardarci dentro?
Si otterrebbe l’effetto Cortina alla rovescia: lì le ispezioni della finaznza hanno indotto a dichiarare volumi d’affari maggiori, nel caso dello sport la platea dei mecenati si ridurrebbe drasticamente e sarebbe facile scoprire dal trend precedente chi ha deciso di sospendere i disinteressati aiuti allo sport.

 

chissà…

Storie di un’Italia nascosta

Questa è un’altra storia nascosta e noiosa.

Troppo densa per essere raccontata e compressa in poche righe.

Una storia che ho provato a scrivere almeno dieci volte ma il racconto si è fermato perché sempre nuovi fatti si sono sovrapposti intrecciandosi ed aumentando il loro insostenibile peso.

La storia nasce con la passione di un lavoro e finisce con la morte civile rappresentata dall’amministrazione(?) della nostra Giustizia. Per il piccolo imprenditore, solo rivolgersi al Tar comporta spese enormi che raramente sono giustificate dal valore dell’appalto e, beffa delle beffe se, alla fine dopo 5-6 anni, risulta vincitore gli viene riconosciuto un risarcimento pari al 10% del valore della commessa, sempre che il Tribunale non decida di compensare le spese. Leggi il resto di questo articolo »