Le tangenti tra privati: un danno all’economia che non si può punire

VOSTRA SEGNALAZIONE

<< Sono dipendente di una azienda che paga tangenti a dipendenti di varie spa per lavorare.
I soldi non vanno direttamente alle spa ma a loro dipendenti che hanno in affido il subappalto di lavori per i quali fanno loro stessi le trattative.
Alla spa viene inviato da parte nostra un preventivo gonfiato che contiene la tangente da dare a chi ci ha fatto fare il lavoro (di solito ingegneri o responsabili dell’ufficio acquisti). Al momento del pagamento da parte della spa viene data la differenza pattuita al loro dipendente. Per quel che ne so le spa sono ignare di ciò.
Trovo questo disgustoso ma per ovvi motivi non posso andare via da dove lavoro attualmente, c’è modo di fare denunce anonime alla Guardia di Finanza o a qualche altro ente competente? Conosco i nomi i cognomi e ci sono prove tangibili conservate nell’archivio della mia azienda.
Grazie.>>

 

RISPOSTA DI SOS CORRUZIONE

Gentile amico, nonostante lei abbia le prove con i nomi e i cognomi in arichivio, questo caso purtroppo  è una situazione di corruzione privata.
MA NON E’ PUNIBILE DAL NOSTRO CODICE PENALE!
Tuttavia anche se non è punibile, la corruzione tra privati è dannosa al sistema e alla libera economia e consente spesso di far prevalere nelle trattative economiche altri fattori, non ultimo la disponibilità di denaro, magari da riciclare. Negli Stati Uniti per esempio è punibile.
Per questo abbiamo deciso di pubblicare la sua denuncia e diffonderla su Facebook.

 

 

TANGENTI ALL’AMIAT: PER LA GIURIA IL PROCESSO È DI RILEVANZA SOCIALE

(NOTA STAMPA INVIATA ALLE AGENZIE)

Dopo la prima udienza del processo sulle tangenti all’Amiat di Torino, Raphael Rossi che è parte lesa e testimone dichiara: “Oggi è stata riconosciuta e premiata la partecipazione attiva dei numerosi cittadini italiani, uniti nel movimento “Signori Rossi – Corretti e non corrotti”, che mi hanno accompagnato in questa battaglia. La Corte ha accolto, in via del tutto eccezionale, la richiesta di alcuni giornalisti presenti di poter riprendere il processo, dopo che gli avvocati degli imputati si erano opposti. La motivazione è eloquente: il processo è ritenuto dalla Giuria “di rilevanza sociale”. Questo è anche quanto sostengono migliaia di cittadini italiani, che al mio fianco hanno tenuta viva questa vicenda, perché sintomatica di un malcostume molto diffuso e anche perché è rappresentativa di una cultura etica non particolarmente praticata nella pubblica amministrazione e quindi da ricostruire, da parte di tutti.

Questa decisione eccezionale permetterà così di tenere accesi i riflettori sul dibattimento, a partire dalla mia testimonianza prevista giovedì 19 gennaio, dalle ore 11 nell’aula 44 del Palazzo di Giustizia di Torino.

Nelle poche parole dei giudici c’è il compimento dello sforzo straordinario di tutti i “Signori Rossi” che hanno partecipato, negli ultimi due anni, a manifestazioni e dibattiti sulla corruzione e a iniziative sul Web e i social media. La legge è uguale per tutti e ora chiunque avrà il diritto di assistere a questo processo per fare luce sul fenomeno della corruzione in Italia e per sensibilizzare le Istituzioni, affinché il prossimo “Signor Rossi” abbia la possibilità di denunciare chi corrompe con meno ostacoli di quelli che ho incontrato io in questi lunghi cinque anni. Dalla raccolta delle prove all’udienza preliminare, che si era già conclusa con il patteggiamento dell’imputato principale, fino al rischio concreto della prescrizione se il processo si protrarrà oltre il 2014.

Un altro risultato della nostra mobilitazione di cui sento di dover ringraziare i cittadini italiani è che finalmente oggi Amiat si è costituita parte civile per entrambi i capi di imputazione. Non solo per la tentata corruzione come aveva fatto un anno fa al processo preliminare ma anche sulla turbativa d’asta. Oggi, finalmente, ha rimediato a questa “dimenticanza” costituendosi parte civile contro il suo dirigente che allora era direttore acquisti”.

12012012 FERMIAMO LA PROFEZIA DEI MAYA: STOP ALLA CORRUZIONE!

Il 12 01 2012 a Torino inizia il processo per tentata corruzione in cui Raphael Rossi è testimone di giustizia. Gli fu proposta una tangente da più di 100.000 € per avallare l’acquisto di un macchinario inutile da parte dell’Amiat, azienda pubblica per la raccolta rifiuti torinese, di cui era vicepresidente. Rifiutò la tangente e denunciò la vicenda, che portò agli arresti dei colpevoli. Per approfondire.

  • Se non inviterai 12 amici a questo evento su Facebook la maledizione dei Maya si abbatterà sull’Italia e la piaga della corruzione causerà danni economici nel 2012 per altri 60 miliardi di € come successo nel 2011.
  • Se non pubblicherai su 12 profili di amici questo appello l’Italia si confermerà nelle classifiche di Transparency International al 69° posto, alle spalle di Namibia e Ruanda e quartultima in Europa, dopo aver perso 36 posizioni in 15 anni.
  • Se non chiederai a 12 amici di diventare fan dei “Signori Rossi” non entrerà in vigore neppure nel 2012 la legge contro la corruzione ferma in Parlamento e riceveremo una multa salatissima dall’Unione Europea.
  • Se non racconti a 12 persone la vicenda di Raphael Rossi i testimoni di giustizia continueranno a essere isolati sul lavoro, perderanno incarichi pubblici e dovranno pagarsi le spese legali, come successo a lui.
  • Se non spedirai a 12 indirizzi email questo appello la maggior parte dei giornalisti italiani continuerà a non dare visibilità ai casi di corruzione per evitare di infastidire politici e potenti imprenditori, come successo nel caso Amiat.

Se non vuoi che la corruzione continui a distruggere il nostro Paese, diventa fan di WWW.SIGNORIROSSI.IT E COSTRUISCI CON NOI NUOVE INIZIATIVE PER PRETENDERE MAGGIORE TRASPARENZA ED ETICA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

L’EVENTO SU FACEBOOK

Sponsorizzazioni sportive, corruzione ed evasione

E’ una pratica che tutti conoscono e accettano con la convinzione che, senza sponsor, morirebbe lo sport.

Poi ci si lamenta che il calcio è malato. E’ tutto lo sport che da anni si fonda su una colossale evasione fiscale, nascosta da piccole e grandi corruzioni.

Si comincia con le vacanze  in moto pagate dall’amico che ha la fabbrichetta o lo studio professionale. L’iscritto al Motoclub rilascia una ricevuta da 10.000€ per il contributo dato dallo sponsor per l’affissione di qualche adesivo sul serbatoio del mezzo, che verrà fotografato con i luoghi visitati sullo sfondo.
(Le foto sono  prova che il viaggio è avvenuto, e verranno inviate  a qualche rivista di viaggi o moto oltre che pubblicate su blog in internet).
Solo che il motociclista dei 10.000€ ricevuti ne trattiene al max 3-4.000 e restituisce al “benefattore”  il resto.

Il Motoclub, che si trattiene la sua royalty per il passaggio del denaro, non ha obbligo di contabilità e gli è sufficiente a fine anno presentare una relazione con indicate le spese per carburanti, soggiorni, manutenzioni e riparazioni di mezzi.

Lo sponsor mecenate (pro domo sua) ha un doppio vantaggio: primo abbatte di 10.000 l’imponibile e ne risparmia 5.000 di tasse, secondo di mette in tasca 6/7.000€ rigorosamente in nero.

Con le nuove norme sulla tracciabilità dei flussi sarà un pò più difficile fare il passaggio in contanti,  ma la fantasia dell’evasore, si sa, anticipa quella del finanziere.

Se si estende questo “sistema” a tutte – TUTTE  – le attività sportive è facile immaginare quale sia la portata del fenomeno.

Sfido chiunque a dimostrare, con dati contabili – veri –  alla mano, il contrario.
Dentro ci sono tutti: dalle squadrette di patronato, alle grandi scuderie motoristiche con in mezzo calcio calcetto, pallavolo, basket, pallamano, rugby, ciclismo, tennis, le bocciofile, gli scacchi  tutto, davvero tutto lo sport agonistico e non.
Un mondo, da certi livelli in su, popolato da personaggi specializzati nel gestire questi affari, con una quantità di nero almeno doppia, se va bene, del volume d’affari complessivo.

Un capitolo a sè riguarda la stampa sportiva, i giornalisti sportivi in particolare, importante rotellina del meccanismo, conoscono benissimo il fenomeno ma, semplicemente, lo ignorano. Chissà perchè.

Non si spiegherebbe la pletorica pubblicistica che si riversa continuamente sui lettori/telespettatori. (Micidiali le  di interviste ormai migliaia agli allenatori sull’imminente partita con l’avversario difficile).

Perchè il nuovo ministro delle tasse del governo Monti non comincia seriamente a guardarci dentro?
Si otterrebbe l’effetto Cortina alla rovescia: lì le ispezioni della finaznza hanno indotto a dichiarare volumi d’affari maggiori, nel caso dello sport la platea dei mecenati si ridurrebbe drasticamente e sarebbe facile scoprire dal trend precedente chi ha deciso di sospendere i disinteressati aiuti allo sport.

 

chissà…

Quelli che dicono no all’Italia dei corrotti

Il Fatto Quotidiano. Leggi l’articolo