Dalle liste del Pdl all’affare Sesto Tutti i politici della rete Tarantini
LE INTERCETTAZIONI
Dalle liste del Pdl all’affare Sesto Tutti i politici della rete Tarantini
BARI – Anche gli aspiranti candidati alle elezioni Regionali del 2009 si rivolgevano a Gianpaolo Tarantini per farsi raccomandare da Silvio Berlusconi. Grazie alla sua amicizia con il presidente del Consiglio, il rampante pugliese era riuscito a crearsi una rete trasversale di politici e imprenditori pronti a favorirlo, ma anche a sfruttarlo per avere commesse e incarichi pubblici. «Non dico niente di noi», assicurava Tarantini al premier. Ma in realtà nel giro di poche settimane erano in molti ad aver saputo quale fosse diventato il suo ruolo accanto al capo del governo. E così «Gianpi» parlava con il ministro del Pdl per gli Affari Regionali Raffaele Fitto e aveva rapporti con gli imprenditori di area dalemiana, raccomandava i manager pugliesi e indicava i lavori e gli appalti ai quali erano interessati. Addirittura diventò mediatore di un progetto finanziario che il banchiere Vincenzo De Bustis voleva sottoporre al premier. E leggendo gli atti depositati nell’inchiesta sulla prostituzione si scopre che chiese a Berlusconi di intervenire per un affare a Sesto San Giovanni. Il premier spesso lo assecondava e svariate volte lo coinvolgeva, sempre insieme a qualche bella ragazza, anche in cerimonie pubbliche.Il 23 marzo 2009 lo portò con sé in viaggio sul treno veloce Milano-Roma che doveva inaugurare. Rapito da questa capacità di Tarantini di riempirgli la casa di donne. Il 9 ottobre 2009, al termine del vertice bilaterale con la Romania che si tenne a Villa Madama il 9 ottobre 2008, lo chiamò e diede il suo assenso a incontrare l’allora direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, ribattezzata dalla stampa «lady Asl» dopo l’arresto in un’inchiesta per corruzione provocata proprio dalle rivelazioni di Tarantini, che così gliel’aveva proposta: «Io presidente, ma lei ha impegni ora, perché io le volevo far vedere… ci tenevo a presentarle quella mia amica che le dicevo che ha… è il nuovo direttore generale della Asl Bari, che dopo la fusione che fece Vendola in Puglia… è diventata la Asl più grande d’Italia questa, tra l’altro, è una bellissima donna, giovanile anche ci tenevo veramente tanto, perché è una persona molto in gamba…».
Donne, ogni pretesto è buono. E così l’autista di Tarantini commenta quello che fa il suo capo: «Le assaggia tutte… prima lui e poi passa. Lui fa l’assaggiatore e poi le passa al divoratore».
«Chiamo la Poli Bortone»
Il 3 febbraio 2009 Salvatore «Tato» Greco, coordinatore del movimento di Fitto «La Puglia prima di tutto» chiama Tarantini. Annotano gli investigatori: «Greco chiede a Tarantini se può far chiamare la Poli Bortone da Berlusconi in merito alle elezioni regionali in Puglia». Dopo 20 minuti, nuova chiamata: «Greco ribadisce di far chiamare la Poli Bortone, gli dice che è importante e potrebbe guadagnarci anche lui. Poi gli chiede se gli ha accennato a quelle carte e Tarantini risponde di sì che poi gli spiega». Il messaggio viene evidentemente riferito perché il 12 febbraio, al termine di una conversazione sui rapporti tra Manuela Arcuri e la sua amica Francesca Lana, Berlusconi rassicura «Gianpi»: «Domani faccio con la Poli Bortone».
In realtà Tarantini era riuscito ad agganciare anche il ministro Fitto. Lo racconta lui stesso nel verbale del 6 novembre 2009: «I contatti con lui li volevo intensificare per avere in Puglia un referente del Pdl. Abbiamo stretto amicizia al matrimonio della Savino». Durante la festa Tarantini riuscì a dare il suo numero di telefono anche al presidente del Consiglio – che aveva già conosciuto in precedenza e frequentato attraverso Sabina Began – e a quel punto fu lui a trasformarsi nel referente per molti di coloro che volevano avere accesso al premier.
Gli affari e il Pd
Nonostante la partita a burraco in barca e la cena a Ponza, Tarantini spiega nell’interrogatorio di non sapere «se D’Alema mi avrebbe potuto riconoscere se mi incontrava per strada, non so neanche se sapesse il mio nome». Ben diversi erano invece i rapporti con Roberto De Santis e con Enrico Intini, entrambi legati al leader Pd. Il primo addirittura gli presta i soldi in contanti quando «Gianpi» deve pagare le ragazze e non ha disponibilità. Il secondo, nonostante sia un imprenditore importante, ha bisogno della raccomandazione di Tarantini per accedere a Finmeccanica e alla Protezione civile. Ed è proprio De Santis a indicare la strategia in una telefonata del 17 ottobre 2008.
Tarantini: sono stato ieri a cena lì, senti, mi fai preparare da Enrico (Intini) una… via e-mail me lo fai mandare una presentazione del profilo aziendale, bella, fatta bene
De Santis: no, lunedì, te la dà e poi gliela porti la prossima settimana
Tarantini: no gliela devo portare oggi, quello ha detto che la vuole per oggi pomeriggio, perché domani sta là a Napoli
De Santis: bravo! non fare danni però… Sereno senza fretta, così devi fare!… non devi mai mettere fretta, se metti fretta capiscono che ti serve qualcosa di urgente, che hai bisogno. Tu non devi mai avere bisogno nel rapporto con queste persone, non devi mai avere uno stato di bisogno.
Tre mesi dopo la trattativa per chiudere è andata avanti e, come risulta dall’informativa della Guardia di Finanza, l’11 febbraio 2009 Tarantini riferisce a De Santis «l’esito del colloquio che la sera precedente ha avuto con Silvio Berlusconi. In sintesi, il loro (del Gruppo Intini) ingresso in Finmeccanica, per cui era stata data disponibilità da parte di Guarguaglini, era stato subordinato ad un confronto tra lo stesso Presidente del Gruppo e il suo “Direttore Generale” Giorgio Zappa».
A marzo Tarantini cerca di concludere qualche affare e il 22 chiede a Berlusconi «di parlargli di una cosa di Sesto San Giovanni dove insieme a un amico hanno costruito delle “cosine”. Appena dieci giorni prima aveva portato a Berlusconi il documento De Bustis». Dichiara Tarantini durante il suo interrogatorio del 6 novembre 2009: «De Santis mi presentò Michele Mazzarano, vicecoordinatore regionale del Pd; Mario Loizzo, assessore regionale in Puglia; una volta mi inviò dal ministro Livia Turco, ministro della Sanità del governo Prodi, per un progetto sulla tracciabilità delle sacche di sangue».
Al «Principe»
Tarantini sa bene che per ottenere risultati nella sua attività di imprenditore deve soddisfare tutte le richieste del presidente del Consiglio. E dunque dà indicazioni precise alle ragazze affinché si mostrino sempre disponibili, si affanna per avere a disposizione sempre facce nuove. E quando non riesce a raggiungere il numero giusto perché il preavviso è stato di poche ore, le recluta attraverso il sito web di escort Arcaton, che gli suggerisce il suo presunto sodale Massimo Verdoscia. L’importante è che sia sempre lui a gestirle, che le donne non si rendano autonome. E dunque devono sempre avvisarlo se hanno visto Berlusconi senza la sua mediazione.
Il 22 settembre 2008 riceve una telefonata da Sonia Carpentone, detta «Monia».
Carpentone: Volevo dirti che mi sono vista con lui sabato… ti avevo detto che poi gli abbiamo lasciato il numero. Allora così ha chiamato e allora sono andata al Principe di Savoia perché era stato invitato lì, nella suite
Tarantini: Fino a che ora?
Carpentone: Abbiamo fatto lì tutta la nottata e poi c’ha invitato a domenica allo stadio. Siamo andate lì a San Siro con lui, poi siamo andate da Giannino a mangiare. Sono andata con la mia amica Roberta e poi ha conosciuto anche mia sorella, siamo state noi tre. Ieri ci ha invitato nella sua villa a Milano e c’ha fatto vedere l’università
Annotano gli investigatori: «Tarantini le chiede il numero della “russa” e le chiede di spiegarle tutto».
Monia: se lei fa qualche domanda gli dico che lui di solito fa così che…
Tarantini: tu digli “chiama questo ragazzo e mettiti d’accordo tu”
Un diamante per Nicla
Più volte nelle conversazioni intercettate Tarantini dice che «Nicla non sa niente» oppure «non lo dire a Nicla». Parla di sua moglie anche con il presidente del Consiglio spiegando talvolta che «devo andare a Bari altrimenti mi separo». E il 7 gennaio le dice al telefono che «Berlusconi le ha regalato un ciondolo di diamanti». Due giorni dopo, quando il capo del governo lo chiama, reagisce entusiasta: «Presidente io poi quel giorno non avevo capito che era un bel regalo… mia moglie è rimasta scioccata». Berlusconi minimizza. Tarantini insiste: «Immagini che se l’è messo al collo e ha detto: questo non me lo tolgo neanche quando partorisco perché è un regalo del Presidente». Poi coglie l’occasione per annunciargli che «voglio presentarle delle mie amiche che ho conosciuto su a Cortina» e il premier appare divertito: «Non fai mai il bravo, sei proprio un festaiolo».
In realtà anche Tarantini gli ha fatto numerosi regali, tra i quali c’è un ulivo secolare. E all’inizio del loro rapporto, quando ancora è Sabina Began a organizzare le feste lei gli dà indicazioni su come manifestare il suo apprezzamento: «Manda cassette di vino, pregiatissimo». Tarantini esegue e quando diventa di casa a palazzo Grazioli si accorda con Marinella Brambilla e porta «cassette di olio per gli uomini della scorta».
Corruzione, Penati indagato anche per la Milano Serravalle
NUOVO FILONE DELL’INCHIESTA SULLE AREE EX FALCK DI SESTO SAN GIOVANNI
Corruzione, Penati indagato anche per la Milano Serravalle
MILANO – Filippo Penati, già accusato di concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti, è indagato per concorso in corruzione anche per il filone dell’inchiesta dei pm di Monza che riguarda l’acquisto della Milano-Serravalle. Nel 2005 la Provincia di Milano acquistò il 15% delle azioni della Milano-Serravalle dal Gruppo Gavio, raggiungendo la maggioranza assoluta delle azioni della società autostradale. Il dimissionario vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, già accusato di concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti, dovrà quindi rispondere anche in relazione al presunto «sovrapprezzo» che sarebbe stato versato a lui e al suo capo di gabinetto Giordano Vimercati sull’acquisto delle quote della Milano Serravalle. L’accusatore anche in questo caso è l’imprenditore Piero Di Caterina, che ha raccontato di incontri in cui si sarebbe concordata questa tangente. In questo capitolo è indagato anche il manager di Banca Intesa Maurizio Pagani, insieme ad altri che secondo Di Caterina avrebbero partecipato agli incontri.PENATI: «NESSUNA COMUNICAZIONE» – «Apprendo dalle agenzie di stampa di essere indagato per concorso in corruzione per l’acquisto da parte della Provincia di Milano del 15% della Milano-Serravalle, avvenuto nel 2005. A questo proposito rendo noto che non ho ricevuto alcuna comunicazione formale dalla Procura di Monza», afferma Penati in una nota. «Preciso che non ho mai sentito parlare, e tanto meno partecipato, a riunioni o trattative circa eventuali sovrapprezzi per l’acquisto delle quote di Serravalle, di cui ho avuto notizia solo dalla stampa. Desidero, inoltre, ancora una volta ricordare che la documentazione del fascicolo Serravalle è a disposizione e al vaglio dei magistrati da 6 anni, in seguito all’esposto dell’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini».
LA DIFESA DI PAGANI – L’avvocato Angelo Giarda, difensore di Maurizio Pagani, proprio giovedì mattina si è recato in Procura a Monza per depositare la nomina di difesa e ha spiegato che il luogo delle presunte «trattative» indicato da Di Caterina «non esiste». In un interrogatorio del 30 giugno 2010, infatti, Di Caterina ha riferito ai pm ciò che gli avrebbe detto l’ex dirigente della Provincia di Milano Antonino Princiotta, cioè di «incontri presso lo studio del commercialista Ferruccio di Milano via Pontaccio, nell’aprile 2005», incontri a cui avrebbe partecipato tra gli altri, secondo l’imprenditore, anche Pagani. Sempre secondo Di Caterina, in quegli incontri si sarebbe parlato di un «sovrapprezzo» da pagare a favore di Penati e Vimercati. Giarda, difensore anche di Alberto Stasi nel processo per l’omicidio di Garlasco, ha spiegato: «Abbiamo fatto delle ricerche, e quello studio in quella via non esiste». Il difensore ha anche chiarito che per ora non c’è la necessità di un interrogatorio nei confronti di Pagani, perché prima gli inquirenti dovranno fare «un excursus» sul ruolo di Banca Intesa, anche alla luce delle carte acquisite nei giorni scorsi durante una perquisizione negli uffici di Pagani.
L’IMMOBILE «FANTASMA» – La nuova accusa a Penati è legata alla finta compravendita immobiliare tra Bruno Binasco, manager del gruppo Gavio, e l’imprenditore Piero Di Caterina, un compromesso firmato il 14 novembre 2008 per l’acquisto da parte di Binasco di un immobile di proprietà di Di Caterina. In questo documento, considerato dall’accusa una delle prove principali, viene fissata una caparra da due milioni a favore del venditore. Binasco rinuncerà poi all’acquisto dell’immobile e Di Caterina intascherà due milioni di euro senza alcun sacrificio. Nell’istanza al Tribunale del Riesame con cui fanno appello contro l’ordinanza di custodia cautelare del gip di Monza, chiedendo quindi l’arresto di Penati, i pm Walter Mapelli e Franca Macchia scrivono che «l’unica alternativa razionale e coerente per spiegare il pagamento di Binasco a Di Caterina nell’interesse di Penati e Vimercati è che la somma sia parte della tangente loro destinata per l’acquisto da parte della Provincia di Milano del 15% delle azioni della Milano Serravalle avvenuto in data 29 luglio 2005». In sostanza, la compravendita immobiliare fittizia sarebbe servita a occultare una tangente sull’affare Milano Serravalle.
LA RICHIESTA DI ARRESTO – Intanto, è stata fissata il prossimo 21 ottobre la discussione, davanti al Tribunale del Riesame di Milano, dell’appello presentato dai pm per chiedere l’arresto di Filippo Penati per le accuse di concussione, corruzione e finanziamento illecito. Il gip Anna Magelli, con un’ordinanza lo scorso 10 agosto aveva rigettato la richiesta di arresto per Penati e per il suo ex braccio destro Giordano Vimercati (anche per lui è fissato il riesame per il 21 ottobre), riqualificando l’accusa di concussione in corruzione e ritenendo dunque i reati prescritti e facendo cadere l’accusa di finanziamento illecito ai partiti.
Redazione online