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Alla Multiservizi lavorano solo raccomandati

QUOTIDIANO DI BARI

Alla Multiservizi lavorano solo raccomandati

 

Martedì 28 Giugno 2011 19:13
Per mesi e mesi questo giornale ha denunciato le irregolarità nell’azienda di servizi, ma non è mai cambiato niente

Non ci vorrà molto tempo al Comune di Bari, probabilmente, per dimenticare la morte di Vincenzo Pavone, dipendente della Bari-Multiservizi SpA che l’altra mattina, alla fine del suo turno di lavoro, s’è suicidato lanciandosi da una ringhiera al quinto piano degli uffici comunali, in via Giulio Petroni. Ed anche se sull’estremo gesto di Pavone bisognerà fare tutti gli accertamenti del caso, a gettare ombre ancora più cupe sull’azienda è il suo biglietto vergato poco prima di  morire, un ‘je accuse’ pesantissimo contro un sistema che da tempo ha messo radici solide. Infiltrazioni criminali che, secondo le accuse di Pavone (e non solo) controllano appalti, assunzioni, prestazioni di favore e turni di lavoro, nonostante la decisione del sindaco di commissariarla, l’azienda di via Oberdan.

Anche il sindaco Emiliano ne è convinto, ma la sua decisione d’un anno fa di nominare un commissario unico, peraltro oberato da altri incarichi lontano da via Oberdan, al posto del consiglio d’amministrazione che c’era prima, è servita a poco e niente. Basta parlare coi colleghi di Pavone, anche loro dipendenti a tempo indeterminato, per rendersi conto che i problemi della Bari-Multiservizi SpA sono ancora tutti in piedi. L’anno scorso su questo giornale ci siamo occupati a lungo degli appalti elargiti dalla stessa Multiservizi a società esterne formate da dipendenti, assunzioni gestite dalle cricche guidate da consiglieri comunali e d’amministrazione. Perfino di revisori dei conti nominati dal sindaco condannati per bancarotta e costretti a rassegnare le dimissioni proprio per colpa delle nostre campagna di stampa.

Questo giornale un anno fa ha pubblicato l’intervista a un dipendente interinale che si consumava nell’ansia di essere ascoltato dal primo cittadino per denunciare il malaffare e la mancanza di rotazione nelle assunzioni a termine nella Multiservizi. Un ex dipendente che quando l’aveva indossata, quella divisa bianca e rossa da guardiano, l’aveva fatto con orgoglio, facendo per intero il suo dovere. E votando chi gli chiedevano, in azienda. Gliela ridiamo volentieri la parola a Nicola, anche se il suo nome non è questo…..

“Sono entrato in Multiservizi con mansioni di custode grazie ad una raccomandazione, come per tutti del resto; nel mio caso d’un consigliere comunale all’epoca molto amico al sindaco. Ma dopo non m’hanno più richiamato a lavorare, pur non avendo mai creato problemi, anzi, ho ricevuto un encomio dopo essere stato aggredito mentre ero di servizio in un giardino comunale. Ricordo bene che in quell’occasione il sindaco in persona mi convocò per complimentarsi, dicendo che potevo contare su di lui per qualsiasi cosa, con una bella pacca sulla spalla”.

Come mai non sei stato più richiamato in servizio a via Oberdan?

“Sinceramente non lo so, anche se posso immaginarlo. La verità è che quel consigliere che mi aveva aiutato purtroppo, è caduto in disgrazia e non va più d’accordo col sindaco. In realtà tutte le persone che entrano alla Multiservizi sono protette da persone più o meno influenti: politici, amministratori, ma soprattutto membri del consiglio d’amministrazione e dirigenti della stessa società. E ora, tra estate in arrivo, apertura di Pane e Pomodoro e quella imminente dell’altra spiaggia, ci saranno un sacco di assunzioni da spartirsi, per questi personaggi.

Ma questa volta sei fuori…..

“Sì, e non è giusto. Vedi, è chiaro che io parlo proprio perché sono fuori dal giro, però non sono mai riuscito a spiegarmi bene che criteri usino, oltre alla raccomandazione. Cioè, come fanno a scegliere il personale, una volta stabilito che tutti sono protetti, anche se in azienda dicono che fa tutto l’agenzia interinale di turno. Che poi sono sempre le stesse, una di Bari e l’altra di Modugno, che si passano la palla e fanno firmare i contratti.

Ma quanti sono i lavoratori, come dire, a giro?

“Beh, io so che in tutto alla Multiservizi lavorano circa 170 persone, di cui una trentina precarie, con contratti che vanno da quindici giorni a un mese, rinnovabili, ma talvolta anche solo per due o tre giorni. Prima sai, quando sono entrato io, i contratti li faceva direttamente l’azienda, e lavoravamo sei mesi, o addirittura un anno. Poi le cose sono cambiate in peggio con queste benedette agenzie, e si lavora di meno, creando situazioni di ricattabilità nei lavoratori”.

E’ vero che, prima delle elezioni, vi promettono posti in cambio di voti?

“Sì, certo: prima delle ultime elezioni alla regione, per esempio, tutti i dipendenti vecchi e nuovi sono stati convocati a un incontro elettorale in Fiera col candidato Canonico, nipote di Daniello, consigliere d’amministrazione nella Multiservizi. C’erano anche il sindaco Emiliano, il presidente Multiservizi Ferrara, il membro del CdA Campobasso, il presidente del Consiglio Comunale Di Rella e l’ex consigliere De Candia, ma anche il capo del personale Cascione e gli altri dirigenti. Io sono stato invitato da un dipendente consigliere circoscrizionale, che m’ha chiesto di votarlo e sarà un caso, ma a quella riunione c’erano un sacco di persone di Palo del Colle (paese di Canonico e Daniello) che lavorano o hanno lavorato in Multiservizi, come pure qualche giocatore della squadra di calcio presieduta sempre da Canonico”.

Beh, ora a Palazzo di Città c’è una commissione d’indagine: che ne pensi?

“Io credo che al Comune non faranno niente, non cambierà niente: che dovrebbe fare secondo te il sindaco Emiliano, indagare su se stesso che è padrone e socio unico dell’azienda? Pensa che l’ho chiamato più volte per potergli parlare, come lui m’aveva promesso, ma una delle segretarie m’ha detto che le cose scritte sulla società sono tutte inventate e che il Comune non è l’Ufficio di Collocamento. Ora, a parte che al Comune i posti li danno, eccome, ma a chi dicono loro, dal sindaco vorrei avere risposte sull’applicazione della rotazione dei lavoratori interinali. Una rotazione che lui dice essere applicata, quando invece non è vero perché non sono solo io, ma anche tanti altri ex dipendenti con tre o quattro figli a carico e donne sole, sono tagliati fuori”.

Francesco De Martino

 

 

 

Storie di un’Italia nascosta

Questa è un’altra storia nascosta e noiosa.

Troppo densa per essere raccontata e compressa in poche righe.

Una storia che ho provato a scrivere almeno dieci volte ma il racconto si è fermato perché sempre nuovi fatti si sono sovrapposti intrecciandosi ed aumentando il loro insostenibile peso.

La storia nasce con la passione di un lavoro e finisce con la morte civile rappresentata dall’amministrazione(?) della nostra Giustizia. Per il piccolo imprenditore, solo rivolgersi al Tar comporta spese enormi che raramente sono giustificate dal valore dell’appalto e, beffa delle beffe se, alla fine dopo 5-6 anni, risulta vincitore gli viene riconosciuto un risarcimento pari al 10% del valore della commessa, sempre che il Tribunale non decida di compensare le spese. Leggi il resto di questo articolo »