MI MANIFESTO! – campagna nazionale contro la corruzione

Si ringraziano per il prezioso aiuto il coreografo Mauro Luzzi e i moltissimi Signori Rossi che “si sono manifestati” davanti al Palagiustizia di Torino, nel giorno della sentenza del processo che ha visto Raphael Rossi testimone di giustizia.

Il video è stato ideato da Stefano Di Polito e Alberto Robiati e realizzato da Stefano Sburlati.

TANGENTI ALL’AMIAT DI TORINO: CONDANNATI DIRIGENTI DELLA VM PRESS

TANGENTI ALL’AMIAT DI TORINO: CONDANNATI DIRIGENTI DELLA VM PRESS

E i “SIGNORI ROSSI” si manifestano davanti al Tribunale con una performance contro la corruzione

Intanto la notizia della sentenza al processo sulle tangenti all’Amiat: condannati a 21 mesi (e interdizione dalla pubblica amministrazione) per tentata corruzione Malaspina e Succio, dirigenti della VM Press, la ditta di Alessandria che ha tentato di piazzare un macchinario da oltre 4 mln di euro che alla città di Torino non serviva. Sanzione da 78mila euro e 5mila euro di risarcimento per danni morali a Raphael Rossi.

Un anno e mezzo fa aveva già patteggiato 1 anno l’ex presidente Giordano.
Assoluzioni invece per la turbativa d’asta imputata ai politici valdostani. Assolto anche il dirigente Amiat Gallo e il direttore VM Press Gonnella.

Questa mattina, giorno dell’ultima udienza del processo, si è svolto l’evento simbolico “Mi manifesto!”, per manifestare contro la corruzione e per manifestarsi, cioè uscire allo scoperto, mettere in azione cittadini onesti che pretendono istituzioni etiche e trasparenti.
Quasi un centinaio persone alle 8 di mattina, per molti prima del lavoro, per altri a seguito di una sveglia forzata. Oltre 50 vestiti di rosso e quasi altrettanti in “borghese” o con indumenti rossi meno visibili, ma tutti “Signori Rossi” nello spirito, nel cuore e nel pensiero. Cioè persone corrette, oneste, trasparenti, informate, consapevoli, indignate, attive, impegnate, disposte a presidiare i beni comuni e le istituzioni per una gestione etica e lungimirante, oltre che, naturalmente, partecipata.
“Mi manifesto”, la performance teatrale guidata dal coreografo Mauro Lizzi, che ha coinvolto anche alcuni attori torinesi e tanti è stata divertente e coinvolgente. Protagoniste assolute sono le mani: simbolo delle tangenti (le note “Mani pulite”, restate purtroppo spesso impunite) e strumento del fare, dell’azione, per metafora quindi sono il segno dell’impegno civico e sociale (e talora politico) per i Signori Rossi.

L’azione dei Signori Rossi prosegue costituendosi in associazione, la cui sede legale, in collaborazione con Libera, è in via Salgari 7 a Torino, in un immobile confiscato alla camorra nel ’96 e utilizzato per attività di pubblica utilità.

Alberto Robiati, fondatore con Stefano Di Polito e Raphael Rossi, dell’associazione Signori Rossi Corretti non Corrotti: “Abbiamo dimostrato che Raphael non era l’unico Rossi a pretendere giustizia. Noi ci abbiamo messo le idee per comunicare con la cittadinanza e le strategie per organizzare diverse azioni dimostrative, nelle piazze, sul web e sui social media. L’abbiamo dovuto fare con molta creatività, perché è stato un impegno volontario, svolto nei ritagli di tempo e totalmente a budget zero”.

L’associazione organizzata sul territorio con gruppi regionali in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Toscana, Lazio, Sardegna, Campania e Puglia lavorerà in partnership anche con altri soggetti attivi sul territorio sugli stessi temi e per affinità di valori: Avviso Pubblico, il Master di Analisi Prevenzione Contrasto della criminalità organizzata e della corruzione dell’Università di Pisa, Acmos, Benventuti in Italia, Flare, l’associazione Comuni Virtuosi, Slow Food.

L’attività comprende anche un servizio volontario – l’SOS corruzione – svolto con esperti legali per aiutare e orientare chi si trova in vicende di corruzione. Sono oltre un centinaio i casi esaminati in circa un anno. Alcuni di questi sono stati portati all’attenzione dei media e saranno oggetto di prossime azioni dei Signori Rossi.

LA CAMPAGNA NAZIONALE DI PUBBLICA UTILITÀ

Nel giorno della sentenza Amiat è iniziata una campagna nazionale di pubblica utilità per sensibilizzare alla lotta alla corruzione: “La corruzione è nascosta – commenta Stefano Di Polito – per questo vogliamo rendere manifesta la lotta alla corruzione e accrescere la visibilità sui processi in corso. L’idea è di contrastare “il virus” della corruzione proprio attraverso campagne virali”.

È stato pubblicato un video ripreso dalla performance MI MANIFESTO! che affiancherà la campagna partita in questi giorni “Spot anti-corruzione fatti a mano” in cui chiunque è invitato a contribuire con foto o video con protagoniste le mani per sensibilizzare sui gravi costi causati dalla corruzione e promuovere la cultura etica nella pubblica amministrazione.

 

[ SPOT ANTI-CORRUZIONE FATTI A MANO ]

Campagna di pubblica utilità ideata da Stefano Di Polito e Alberto Robiati – www.laboratoriocreativo.com.

“MAI PIU’ CON LE MANI IN PASTA!”

 

 

[ SPOT ANTI-CORRUZIONE FATTI A MANO ] – MI MANIFESTO!

Partecipa alla campagna: invia e condividi foto / video delle tue MANI PULITE! :)

Ogni cittadino può “manifestarsi” e “dare una mano” inviando foto e video brevissimi e del tutto artigianali che simboleggiano la lotta alla corruzione (per esempio basta la foto della propria mano e la scritta “MI MANIFESTO”)

 

“MI MANIFESTO!” – Venerdì 6 luglio a Torino

[ venerdì 6 luglio dalle 8 alle 9 di mattina ]

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-> indossa un indumento rosso (a scelta: maglietta, cappellino, bandana…)
-> presentati alle 8 davanti al Palazzo di Giustizia a Torino (c.Vittorio Emanuele II n.130)
-> partecipa alla “coreografia delle mani rosse” guidata dal coreografo Mauro Lizzi
-> noi porteremo tinta atossica di colore rosso per colorare le mani; tu porta salviette umidificate (basta una passata e il colore sparisce, dicono…)
-> organizziamoci per fare video e fotoreportage che ci permetterano di far proseguire il movimento anche su web, viaggiando nello spazio (in tutta Italia e all’estero) e nel tempo (nei mesi e negli anni futuri)
-> confema la tua partecipazione inviando una email a signorirossi@gmail.com
(NB: chi vuole può assistere all’udienza, dalle ore 9 in poi nell’aula 44, altrimenti ognuno è libero di portare altrove il manifesto dei Signori Rossi!)
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In occasione dell’udienza del processo sulle tangenti all’Amiat di Torino, i Signori Rossi MANIFESTANO di fronte al Tribunale per promuovere la cultura etica nella pubblica amministrazione e la gestione lungimirante, efficiente, competente, trasparente e partecipata dei beni comuni.
I giudici avevano definito il processo “di rilevanza sociale” alla prima udienza nel gennaio scorso: saremo in aula per rappresentare i cittadini e la collettività.

Il movimento, innescato nel 2011, SI MANIFESTA decidendo di costituirsi in associazione – www.signorirossi.it – e organizzandosi sul territorio nazionale, con le prime sedi in Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia (in attesa che si attivino nuovi gruppi in altre regioni).
In accordo con Libera, la sede legale è in via Salgari 7 a Torino, in un immobile confiscato alla mafia e ora utilizzato per servizi di pubblica utilità (con il Performing Media Lab).

I milioni di cittadini onesti e corretti, animati da senso etico nell’agire di ogni giorno, ma che si sentono soli e isolati, sono a tutti gli effetti “Signori Rossi”. Ora scegliamo di MANIFESTARCI e condividere l’impegno civico concreto con la maggioranza degli italiani mossi dai medesimi principi e che pretendono di essere amministrati in modo etico (e dunque: lungimirante, efficiente, competente, trasparente e partecipato).

La missione e il MANIFESTO dei Signori Rossi esprimono il modo in cui applicare il valore della correttezza e attuare quotidianamente comportamenti etici.

MANIfestiamo affinché le “mani pulite” di corrotti e corruttori non restino “mani impunite”!

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CORRUZIONE: EHI, C’E’ ANCHE LA TUA PARTE!
Rivolgiamo in un senso positivo ed etico la tipica frase della “mazzetta” invitando chiunque a mettersi in azione.

Ecco come contribuire, facendo ognuno la propria parte:

-> seguire e sensiblizzare i cittadini sullo stato dei processi per corruzione in corso nella propria regione (i media di solito dimenticano di aggiornarci…)

-> sostenere chi denuncia la corruzione e testimonia in tribunale (spesso vengono isolati, danneggiati professionalmente e psicologicamente)

-> organizzare localmente mobilitazioni e azioni educative sul tema della corruzione e dell’etica nella pubblica amministrazione

-> chiedere alle Istituzioni locali di adottare la Carta di Pisa (codice etico elaborato da Avviso Pubblico) ed estendere la sua applicazione alle aziende pubbliche

-> presidiare le aziende che gestiscono i beni comuni per garantire etica (lungimiranza, efficienza, competenza, trasparenza, partecipazione)

All’assessore evasore lo Stato pignora lo stipendio (denaro pubblico)

VOSTRA SEGNALAZIONE

Buongiorno,
le scrivo per chiedere spiegazioni su una questione di cui sono venuta a conoscenza.
La questione è questa, un assesore del mio paesee  è stato condannato per evasione fiscale, non conosco la cifra esatta ma pare si agiri sui 3milioni di euro. L’assesore in questione risulta nullatenente e l’agenzia delle entrate ha messo in atto le misure di legge per recuperare la somma evasa.
La misura consiste nel prelievo diretto sulle entrate che il signore in questione percepisce come assesore.
La domanda è questa: come è possibile che un evasore faccia l’assesore e che lo stato prelevi i soldi degli stessi cittadini per recuperare il maltolto del signore in questione.
Credo che la corruzione si debba combattere a tutti i liveli e sicuramente questa situazione è anomala, una persona che evade le tasse, non ha ne senso civico ne senso del bene comune. Come si può permettere che continui ad amministrare la cosa pubblica?

 

RISPOSTA “SOS CORRUZIONE”

La questione pare più politica che giuridica. Il pignoramento dello stipendio da un punto di vista del diritto  è corretto, atteso che il recupero di un credito avviene tramite il pignoramento dello stipendio o di beni immobili. Certo che nel caso in cui ci fossero stati beni immobili da pignorare sarebbe stato più opportuno procedere con un pignoramento immobiliare.
Per quanto riguarda le dimissioni, nel caso in cui la sentenza (definitiva) di condanna penale non preveda l’interdizione dai pubblici uffici non sussiste un obbligo giuridico alle dimissioni; piuttosto in queso caso sussiste una questione politica (rilevante). Dovrebbe essere il  partito di appartenenza a chiedere le dimissioni dell’assessore.